Siamo alla settima settimana di lockdown qui a Sydney e, per il momento, non si intravede la fine: infatti, da quel 26 giugno, i numeri dei contagi Covid19 non si sono mai abbassati ma, anzi, sono aumentati esponenzialmente.
Se le prime giornate di confinamento sono state prese come un’opportunità per allentare i ritmi e ampliare i propri spazi - dedicandoci a quelle passioni per le quali il tempo è sempre tiranno, settimana dopo settimana lo scoramento e l’inquietudine cominciano a prevalere, non intravedendosi una soluzione effettiva al dilagare della variante Delta.
Non dimentichiamoci che la clausura in casa non è l’unica chiusura messa in atto dal governo, infatti è da marzo 2020 che l’Australia ha deciso di mantenere chiuse le frontiere internazionali, negando agli australiani la possibilità di viaggiare, inclusi coloro con doppia cittadinanza e famiglia in altre parti del mondo.
Questo ultimo lockdown, quindi, si abbatte sulla comunità italiana in Australia dopo più di 16 mesi che soffriamo la lontananza dai nostri affetti e - considerando che una delle ragioni per cui accettavamo questo esilio era perché qui si poteva vivere una vita normale anche ai tempi del Covid - ora questa chiusura internazionale, nazionale e tra le mura di casa pesa ogni giorno di più.
In molti, negli ultimi mesi, hanno deciso di abbandonare il sogno australiano e la vita che con grande entusiasmo e sforzo si erano costruiti in questo meraviglioso continente per poter tornare a riabbracciare una madre, un padre, un fratello dall’altra parte del mondo…senza sapere se ci sarà un biglietto di ritorno, ma con la certezza che certi legami non si possono spezzare e certe distanze necessitano di essere accorciate.
Ma c’è anche chi non gode della libertà di scelta e che non può permettersi di mollare tutto qui nell’emisfero australe, ma al contrario deve affrontare a distanza parenti o amici che potrebbero aver bisogno di aiuto o ammalarsi o anche peggio.
Il vaccino sembra essere l’unica soluzione, ma tanti sono i dubbi e le incertezze che buona parte della popolazione solleva, tanto che l’Australia è tra i paesi col più basso tasso di vaccinazione, nonostante ora anche il Governo porti avanti con più convinzione una campagna di persuasione all’immunizzazione.
Non a caso ad esserci già vaccinati siamo maggiormente noi stranieri, con la speranza di poter varcare prima quei confini che ci tengono lontani dalle nostre radici.
Il mondo è cambiato, non sappiamo se la nostra vita tornerà quella di prima e, mai come ora, è fondamentale non sentirsi soli ma intessere relazioni e creare comunità.
Anche per questo la Dante Alighieri, attraverso le sue iniziative on-line e in presenza, cerca di creare interazioni fra italiani e italofili e di farci sentire un po’ meno la mancanza della nostra cultura e delle nostre tradizioni, sebbene lontani da “casa”.
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