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LETTERA DAL LOCKDOWN

Articolo tratto da "Donne che emigrano all'estero"

Care donne che emigrano all’estero o che vorrebbero emigrare,

vi scrivo dalla lontana Sydney.


Da quell’Australia che per tanti mesi ha tenuto fuori il Coronavirus e, mentre voi giravate con le mascherine, noi andavamo – mano nella mano – a teatro, in spiaggia, nei centri commerciali…


Ma non pensiate che non ci sia stato un prezzo da pagare, infatti tutto ciò è stato possibile solo chiudendo le frontiere internazionali e, a tratti, anche quelle interne.


Nonostante ciò, però, ora ritocca a noi: dal 26 giugno, qui a Sydney, siamo tornati in lockdown, ossia si esce solo per fare movimento e per comprare beni essenziali. Siamo alla fine della seconda settimana di chiusura e proprio ieri ne hanno annunciato una terza – visto che i numeri dei contagi aumentano – e non escludo che si arrivi a una quarta.


A metà giugno, infatti, una falla nel sistema di quarantena che regola i pochi arrivi internazionali permessi, ha portato la variante Delta del virus in uno dei centri commerciali più frequentati della città, dando il via ad un effetto domino che fino ad oggi ha portato ad infettare circa 450 persone.


Mi rendo conto che questa cifra, per chiunque di voi viva in qualsiasi altro continente, possa sembrare irrisoria, ma dovete sapere che qui anche un solo caso mette tutti in allarme, dato che l’Australia aspira ad essere un’isola felice e Covid-free.


Peccato che la situazione vaccinale non sia coerente con questa voglia di normalità e che la maggior parte della popolazione non senta l’esigenza di immunizzarsi.


Sappiate che solo il 4% della popolazione si è sottoposto alle due dosi.


Ma, polemiche a parte, vi devo confessare che questo confinamento in casa non mi pesa poi così tanto o, per lo meno, non tanto quanto la chiusura delle frontiere che ormai da marzo 2020 mi tiene lontana dalla mia famiglia in Italia, come una sorta di lockdown dagli affetti, oltre che dal virus.


A dirvi la verità, le giornate passano abbastanza velocemente, scandite da una routine più o meno gradevole: colazione, attività in solitaria, pranzo, riposo, sport e/o attività in famiglia, cena e film.


Personalmente, poi, sto dedicando queste settimane ad un tentativo di remise-en-forme: maschere sul viso, yoga facciale, cibo sano, zero alcol e un po’ più di sport rispetto al solito.


Come sicuramente sarà successo l’anno scorso anche a molte di voi, domani proverò l’ebbrezza di festeggiare il mio compleanno in lockdown ma sono sicura che ...



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